Di questi giorni la tragica notizia del suicidio del giovane figlio di Lory Del Santo. “Si è tolto la vita a causa di una grave patologia cerebrale. Il suo cervello si è spento per un collasso mentale”, racconta la showgirl.
La notizia, alla quale mi accosto con tutto il rispetto, apre una tematica rilevante e poco nota, sulla quale è importante fare informazione. Mi riferisco agli effetti psicologici di una patologia cerebrale.
Un piccolo sondaggio
Quando sentiamo di qualcuno affetto da patologie cerebrali (che sia un tumore o un’emorragia, il Parkinson l’Alzheimer), immaginiamo che avrà solo problemi di natura intellettiva.
Ho svolto un sondaggio informale tra non addetti ai lavori, ponendo la domanda ‘‘Cosa succede, secondo te, a chi ha una patologia cerebrale?”. E la maggior parte ha risposto “Non riesce più a fare le cose che faceva prima, a ragionare, a parlare, a camminare“.
Accade questo, ma non solo, con ricadute importanti sulla vita della persona affetta dalla patologia, ma anche su quella di chi le sta vicino.
Fare informazione su questa tematica è importante. È importante per chi subisce direttamente il danno cerebrale, come per chi gli vive accanto, per
- non essere impreparati;
- non rischiare di liquidare il problema con un “be’, è una normalereazione psicologica alla malattia”;
- prendere le opportune misure, prima tra tutte informare il medico curante.
Effetti della patologia cerebrale sulla personalità
In breve, i sintomi psicologici che una patologia cerebrale può determinare possono essere per semplicitàconsiderati cambiamenti di personalità.
Un insulto cerebrale -acuto, come una patologia cronica- può, ad esempio, instaurare un quadro di depressione (i.e., pseudo-depressione) che, nei casi più gravi, può condurre al suicidio. Ne è un altro esempio tristemente noto Robin Williams, affetto da Sindrome di Parkinson e da una forma di demenza spesso associata al Parkinson: la Demenza a corpi di Lewy.
Anche comportamenti socialmente inappropriati, aggressivi, rabbiosi, disinibiti possono avere una causa in un’alterazione cerebrale (i.e., pseudo-psicopatia).
Aree cerebrali coinvolte
Spesso la patologia che causa il cambiamento di personalità coinvolge la corteccia frontale (direttamente o indirettamente coinvolta nella regolazione del comportamento) o strutture cerebrali che regolano – più o meno direttamente – le emozioni e le condotte ad esse correlate, come, ad esempio, l’amigdala o l’ipotalamo.
Una storia poco nota è quella di C.J. Whitman, che nel 1966 rese responsabile di una strage che costò la vita a 16 persone e 30 ne lasciò ferite. L’autopsia effettuata alla sua morte rivelò un tumore all’amigdala: per alcuni proprio questo fu la causa del suo folle comportamento.
Per chi è colpito da patologie croniche che peggiorano lentamente (es., la demenza), il discorso è più complicato, perché tutti i loro sintomi sono subdoli, da quelli cognitivi a quelli comportamentali: emergono lentamente, sono difficili da riconoscere, ci abituiamo ad essi, senza difendercene.
Non tutti i mali vengono per nuocere
Chi di voi ha visto il film ‘A proposito di Henry’ ricorderà il rampante avvocato di successo, impersonato da Harrison Ford, che rimane ferito durante una rapina, riportando danni cerebrali ed entrando in coma. Al suo risveglio Henry non è più lo stesso: ha problemi di linguaggio (ndr: non sa più parlare), che, pian piano – e con l’aiuto della riabilitazione – recupererà. Quello che non riuscirà a recuperare è la sua vecchia personalità, con somma gioia di figlia e moglie, che scopriranno in lui un uomo tenero, sensibile, amabile. In poche parole, il contrario di quello che era stato fino a prima dell’incidente.
Purtroppo, i cambiamenti di personalità dovuti a insulti cerebrali non sempre si risolvono con un ‘… e vissero felici e contenti’, più spesso mettono a rischio la vita del paziente stesso o di chi gli è vicino. Per questo è importante essere informati.
Prof. Giuliana Lucci
Neuropsicologa e Psicoterapeuta