Giovanni, 67 anni, ex bancario, in pensione da un anno
“Non vedevo l’ora! Mi sento ancora giovane e vitale, e per fortuna ho una buona salute. C’erano mille cose che avrei voluto fare, una volta in pensione”. Purtroppo, però, da quando non lavora, la routine quotidiana di Giovanni si è ridotta al minimo: accompagnare la moglie al supermercato, andare a prendere le nipotine a scuola e portarle a nuoto. Non andando più a lavoro, ha perso anche la consuetudine di leggere il giornale e di chiacchierare con i colleghi al bar. “Sono soddisfatto della mia attuale vita: sto in famiglia, passeggio con mia moglie e le sue amiche, qualche volta vado a pesca: non posso lamentarmi” – dice – “ma quello che mi preoccupa è il cervello: non funziona più come una volta, prima ero più pronto; adesso, a volte, dimentico dove ho messo le chiavi di casa o dove ho lasciato l’auto, mi succede di perdere il filo del discorso, anche di un film.
INTERVENTO
Colloquio iniziale: si raccolgono tutte le notizie su Giovanni per capire quanto la pensione abbia inciso sulle sue “abitudini cognitive”.
Questionari: indicano il livello intellettivo attuale e permettono di identificare le funzioni cognitive da rafforzare.
Valutazione: Giovanni ha bene elaborato il cambiamento di vita dovuto alla pensione, però, con il nuovo stile di vita è come se il suo cervello fosse diventato pigro, e ha bisogno di essere “ri-allenato”, specialmente per quel che riguarda l’attenzione.
Allenamento mentale: il piano di lavoro pensato per Giovanni prevede esercizi settimanali per migliorare la focalizzazione dell’attenzione e aumentare, a cascata, la velocità di elaborazione delle informazioni.