“L’ansia uccide la mente. È la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale”
Inizio parafrasando le parole “La paura uccide la mente. È la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale” pronunciate dal Duca Paul Atreides nel film “Dune” di David Linch.
Chi di noi non ha sperimentato almeno una volta nella vita l’effetto devastante che l’ansia può avere sulla mente? proprio questo senso di annullamento e perdita totale.
Non riusciamo a fare semplici operazioni di routine. Ci perdiamo le parole o quello che volevamo dire. Impieghiamo il doppio del tempo per risolvere questioni che normalmente richiedono pochi minuti. Lavorare diventa insolitamente faticoso. Possiamo anche avere la sensazione di perdere noi stessi.
Cos’è l’ansia?
Non tutti sanno che l’ansia non è un’emozione. Essa è uno stato psichico di attivazione, nel quale la nostra mente anticipa il futuro e mobilita risorse cognitive. La sua funzione è permettere di fronteggiare al meglio le richieste che ci arriveranno.
L’ansia, quindi, è prima di tutto un nostro alleato. Essa sfrutta una delle più grandi abilità cognitive dell’essere umano: la previsione del futuro. Ci prepara a ciò che verrà, prima che esso diventi realtà. Lo scopo è, come sempre, di aiutarci a sopravvivere e di garantire il nostro benessere.
Insomma, è una sorta di propellente mentale che ci fa agire in maniera pronta ed efficace.
Questo meccanismo funziona perfettamente, fino a quando, però, l’ansia non diventa eccessiva e, così, disfunzionale. È disfunzionale quando
- la quantità di risorse mobilitate soverchia la quantità di risorse necessarie e sufficienti a svolgere le nostre attività e
- la mobilitazione si prolunga per tempi eccessivi.
In breve, se pensiamo al nostro cervello come a un’automobile, l’ansia eccessiva può ingolfare l’auto o anche surriscaldarla; l’effetto finale sarà, comunque, lo stesso, cioè la macchina si fermerà. Per evitare che l’ansia ci blocchi o rallenti, dobbiamo imparare a gestire la quantità delle risorse cognitive attivate e la durata di questa attivazione. Sia chiaro, non soffrire più di ansia non vuol dire eliminare completamente l’ansia dalla nostra mente, vuol dire sapere controllare
- quando mobilitare le nostre risorse cognitive
- quante risorse mobilitare e
- per quanto tempo.
Come gestire l’ansia
Si deve sostanzialmente imparare a prevedere con precisione e obiettività quanto propellente sarà necessario e sufficiente per raggiungere il nostro scopo.
Per ottenere il massimo risultato con la minima fatica nelle nostre attività, alcune valutazioni possono aiutarci (può interessarti):
- chiarire l’obiettivo da raggiungere;
- valutare analiticamente cosa richiede il compito e
- aver chiaro il contesto in cui esso si svolgerà (per prevedere e contenere le distrazioni);
- stimare le risorse cognitive disponibili in quel dato momento (se siamo stanchi, non imbarchiamoci in un’attività impegnativa).
Anche se può sembrare un po’ complicato e difficile da credere, l’ansia è uno dei nostri più potenti alleati, se sappiamo gestirla.
Prof. Giuliana Lucci
Neuropsicologa e Psicoterapeuta