Quando si legge di avvenimenti di estrema e ingiustificata violenza, si pensa, per rassicurarsi, che siano commessi da figure rare, che vengono da altri posti e che per questo sono lontane da noi. Non è del tutto vero. Persone con una personalità nera sono più comuni di quanto si creda, anche se, per fortuna, non arrivano a gesti disumani, feroci e gratuiti come quelli di cui abbiamo letto nella cronaca.
Nella ‘personalità nera’ si riconosce un insieme di tratti – D traits – subclinici (cioè non superano la soglia patologica) caratteristici. Originariamente si parlava di una ‘triade dark’, ma oggi, dopo studi e ricerche, l’ultima recentissima, l’elenco si è arricchito ed è stata definita una ‘enneade dark’.
La ‘enneade nera’
È un insieme di nove tratti rintracciabili in una ‘personalità nera’.
- Egoismo (“Se vuoi raggiungere i tuoi scopi, devi esser pronto a sacrificare qualcuno”)
- Machiavellismo (“Chi usa gli altri per raggiungere i propri scopi è scaltro”)
- Narcisismo (“So di essere speciale”)
- Disimpegno morale (“Alcune persone vanno trattate duramente, perché imparino”)
- Giustificazioni psicologiche (“Lo fanno tutti”)
- Psicopatia (impulsività e mancanza di autocontrollo)
- Sadismo (“Vedere l’altro soffrire può essere divertente”)
- Interesse personale (“Il successo non ha prezzo”)
- Rancore (“Tollero un piccolo disagio in vista della punizione che poi infliggerò a chi me lo ha procurato”)
Chi ha una ‘personalità nera’ adotta comportamenti eticamente, moralmente e socialmente discutibili. Li ritroviamo tra amici, parenti, leader di team o a capo di grandi società, che operano indifferenti ai danni degli altri.
Una curiosità
È stata coniata l’espressione “Three Nightmare Trait leader” (TNT-leader) per indicare leader con alta disonestà, alta sgradevolezza e bassa coscienziosità nel lavoro. Si pensi a Lehman Brothers.
Le personalità nera nelle Neuroscienze
Dal punto di vista cerebrale la enneade dark coinvolge plausibilmente la corteccia prefrontale dorsolaterale, la corteccia cingolata e l’insula anteriori, oltre a strutture sottocorticali come l’ippocampo, l’amigdala e il setto. Un loro danneggiamento può creare un quadro simile a quello descritto come personalità nera.
Prof. Giuliana Lucci
Neuropsicologa e Psicoterapeuta